La rete idrica colabrodo: perde il 40% dell’acqua

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La siccità è un problema, ma la rete idrica italiana non aiuta

In molte parti d’Italia è allarme siccità, dai campi del nord Italia al lago di Bracciano, che rifornisce Roma, c’è grande preoccupazione per le alte temperature e lescarse precipitazioni che hanno contraddistinto questo inizio d’estate. L’acqua inizia a scarseggiare, bsati pensare che nella capitale si valuta la chiusura dei “nasoni”, le famose fontanelle pubbliche.

Ma la scarsità d’acqua non è solo colpa della siccità, dato che la rete italiana, lunga 425mila km , perde quasi il 40% dell’acqua che dovrebbe trasportare. Al nord le perdite si attestano al 26%, al centro al 46% e al sud al 45%. Il rinnovo però procede a rilento: è pari a 3,8 metri di condotte per ogni km di rete: significa che a questo ritmo occorrerebbero oltre 250 anni per sostituire l’intera rete.

Anche un rubinetto che gocciola è un problema: getta via 10.950 litri d’acqua all’anno.

Secondo Utilitalia, la Federazione che riunisce i gestori dell’acqua, il fabbisogno totale di investimenti è stimato in circa 5 miliardi all’anno per adeguare e mantenere la rete idrica nazionale.
Nel nostro paese si spendono 32-34 euro per abitante ogni anno; in Francia sono a 88, nel Regno Unito a 102 e in Danimarca a 129 euro.

I principali consumi dell’acqua riguardano irrigazione (51%), industriale (21%), civile (20%), energia (5%), zootecnica (3%). La spesa media mensile famigliare per la fornitura di acqua per uso domestico è di circa 13 euro. Una famiglia italiana consuma mediamente circa 200.000 litri di acqua potabile in un anno.

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