Quanto mondo rimane ancora incontaminato?

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Solo il 13% degli oceani risulta salvo dalle conseguenze causate dalle azioni degli uomini

Un recente studio della Wildlife Conservation Society, pubblicato su «Current Biology» ed eseguito in tandem con la University of Queensland, ha completato la prima analisi sistematica di tutti gli oceani del nostro pianeta e ha rivelato che le uniche parti intatte delle acque globali potrebbero essere quelle di alcune zone molto remote dell’Oceano Pacifico e di alcune zone intorno i poli – anche se perfino quelle acque hanno maree che stanno diventando territori pericolosi per la fauna marina. In pratica, a causa delle nostre azioni, è rimasto solo il 13% degli oceani del pianeta ad avere acque che non sono influenzate dalle attività umane.

Come è noto, la gran parte della Terra è fatta di acqua, un’estensione che dovrebbe dare agli oceani il potere di rimanere integri, intatti, così come sono nel loro stato naturale, e invece siamo riusciti a imporci e a corrompere: con le enormi zone in cui si pesca, con la navigazione globale e con i deflussi di inquinamento che rilasciamo.

Se poi, a tutto questo, si aggiungono anche i cambiamenti climatici che causiamo, diventa molto facile capire il grado della nostra capacità di essere contaminanti.
In risposta alle crescenti pressioni degli scienziati per creare uno status di protezione per il mare, la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) ha programmato i negoziati per creare un trattato nel settembre 2018. Il dibattito si concentrerà sul taglio dei sussidi alle pesca per un ammontare di 4 miliardi di dollari (equivalenti a quasi 3,5 miliardi di Euro) da parte dei governi di tutto il mondo.

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