Alberi di Natale: proprio sicuri che quello di plastica sia davvero ecologico?

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Torna come ogni anno, atteso come i regali e le tavole imbandite, il più vecchio dubbio per Natale: meglio l’albero sintetico o quello vero? Vincerà la plastica cinese o la resina fragrante dei boschi? Già cinque milioni di famiglie hanno optato per il sintetico (e le ultime fiere, come Francoforte, hanno proposto alberi già addobbati, chiavi in mano, in oro, argento e rosso, così vi togliete il pensiero). Il sintetico non sporca, si smonta e si rimonta, dura, anche troppo ed è «ecologico» perché, sostengono alcuni, impedisce il taglio degli alberi. Altri sei milioni di italiani, invece, sono ancora convinti che Natale non sia Natale senza un autentico abete. E stanno sborsando 140 milioni di euro per averne uno. A questo punto la Coldiretti scende, è il caso di dirlo, in campo, sfatando il mito del sintetico-che-protegge-i boschi. Non solo non è vero, ma i 500 mila «plasticoni» che saranno venduti quest’anno produrranno gli stessi gas di sei milioni di chilometri percorsi in auto. «Gli alberi cinesi», sostiene Coldiretti, «sono prodotti con leghe metalliche e plastiche tipo polivinilcloruro (PVC) e polietilene tereflalato (PET), fonte di inquinamento sia durante la produzione che durante il trasporto e lo smaltimento».

Insomma, per portarci in casa un albero finto vengono emessi 23 chili di anidride carbonica. Colpa della distanza (quasi novemila chilometri) e della scarsissima biodegradabilità del finto pino di Aberdeen o del finto abete californiano: dopo averlo buttato via, serviranno altri duecento anni per vederlo sparire dalla faccia della Terra. L’albero coltivato in vivaio, invece, consuma energia per fertilizzanti e lavorazioni meccaniche ma, mentre cresce per 5 o 6 anni, sottrae anidride carbonica dall’atmosfera (e questo è bene). Un ettaro di piantine produce ossigeno per 45 persone: a conti fatti, sei milioni di abeti e pini significano 282 mila chili di anidride carbonica in meno. E poi ce n’è di tutti prezzi: da 20 a 500 euro. Insomma, Coldiretti combatte per difendere gli alberi di Natale in legno e foglie, meglio se italiani, meglio ancora se toscani e veneti.

Il 90 per cento arriva da un migliaio di aziende agricole che coltivano terreni marginali, altrimenti abbandonati, e danno lavoro a diecimila persone, l’altro 10 per cento proviene da diradamenti e potature indispensabili alla vita dei boschi.

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