A letto con un robot

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Secondo gli scienziati il sesso con un robot, per quanto sofisticato, potrebbe modificare le nostre abitudini, in peggio

L’idea di far sesso con un robot è probabilmente qualcosa che incuriosisce molti. Per questo, non è lontana l’introduzione sul mercato di robot “sessuali”, simili in tutto e per tutto a un essere umano, ma sempre disponibili.

“Li vogliamo ma non pensiamo a come questo potrebbe cambiare l’umanità”, dice Noel Sharkey della Foundation of Responsible Robotics e creatore di un nuovo documentario chiamato “Sex Robots and Us” che si concentra sulla psicologia dietro l’utilizzo dei sex robot.

Alcuni studiosi suggeriscono che i robot potrebbero renderci dipendenti, data la continua disponibilità; altri, invece, che ci potrebbero rendere così pigri, nei confronti dell’altro, da farci perdere il gusto della conquista e la capacità di rimandare un piacere, in nome di un piacere successivo, reciproco e più grande, psicologicamente più appagante.

Secondo una recente ricerca del gruppo Havas di Parigi, tra i ragazzi di 18-34 anni il 27% sarebbe più felice di avere un rapporto con una macchina piuttosto che con una persona reale. E non si tratta solo di maschi. Per i ricercatori dell’Università di Harvard, infatti, un grosso interesse viene proprio da quelle donne che vedono, nel sesso maschile, troppa fragilità.

“Questi robot saranno fatti su misura per soddisfare i desideri delle persone e faranno cose che i partner umani non possono o non vogliono fare.” ha affermato il dottor Neil McArthur dell’Università di Manitoba. “Con l’avanzare di queste tecnologie, la loro adozione crescerà e l’identità sessuale di molte persone passerà prima attraverso l’uso della tecnologia.”

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