Venezia: una città divisa tra turisti e cittadini

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Il sindaco di Venezia presenta un piano di gestione turistica con tornelli e barriere che scatena dubbi della cittadinanza che lo accusa di voler trattare la città come se fosse un parco a tema

Piuttosto che lasciare la città spalancata alla vista di chiunque, Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, ha ordinato l’installazione di cancelli girevoli e barriere per reindirizzare i visitatori verso i punti di riferimento cittadini più popolari. Si tratta di un piano che ha l’obiettivo di tenere separati i turisti dalla gente del posto, in modo che solo i cittadini e i possessori della carta «Venezia Unica» potranno accedere ad altre parti della città.

Questa decisione drastica è parte di un tentativo per far fronte all’enorme numero di turisti che ogni anno «invadono» Venezia – nel 2016, la città ha ospitato 52 milioni di visitatori, quasi quanto l’intera popolazione italiana (Venezia, ormai, ha solo 50.000 abitanti, un terzo di quanti ne aveva nel XVII secolo). Ovviamente, il turismo è molto importante per la città, ma quando diventa così incombente si porta dietro anche molte problematiche per la vita quotidiana dei cittadini e non solo: c’è anche la questione rifiuti, l’usura, la congestione, lo scarso rispetto dei luoghi, ecc.

Il punto è che in molti non sono stati felici di questa scelta – sperimentata da Brugnaro durante il weekend del primo maggio – e hanno accusato parecchio il sindaco riguardo a questo nuovo sistema di gestione del turismo. Ci sono stati manifestanti in strada e critiche sui social: hanno detto che Venezia deve essere libera, che la città non è il parco a tema Veniceland.

Insomma, la situazione è molto complessa: ovviamente il numero di turisti dovrebbe essere limitato per mantenere una città vivibile, così come sarebbe bello se i turisti avessero maggiore rispetto per la città che stanno visitando e se le infrastrutture e la gestione dei flussi fossero gestiti in modo da tutelare i cittadini. Però, e forse proprio per questo, una porta di ingresso per la città che smista la gente che la vuole vedere, risulta una soluzione un po’ riduttiva per l’ampiezza del problema.

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